Dr. Jekill & Mr. Hyde


Qualche giorno fa e’ apparso sul Tempo un curioso articolo intitolato “Non si sciopera gratis”. Lo scrive un Professore Ordinario dell Universita’ di Napoli Parthenope, il fisico Ezio Bussoletti, e parla della protesta dei ricercatori.

La cosa bizzarra e’ che, come si capisce gia’ dal titolo, l’articolo parla esplicitamente di sciopero dei ricercatori. Si potrebbe pensare ad un malinteso, visto che subito dopo l’autore fornisce una descrizione fedele della situazione: i ricercatori, peraltro malpagati, si sobbarcano volontariamente carichi didattici che, per legge, spetterebbero ai Professori. L’analisi continua spiegando che i Professori si defilano dall’insegnamento a causa dei loro “svariati interessi esterni” portando ad una situazione in cui

il maggior peso del lavoro ricade sui piu’ giovani, costretti a subire nella speranza di un posto fisso o una progressione di carriera.

Ma, solo poche righe piu’ sotto, avviene un’altro cambio di personalita’, e lo scienziato cede il passo all’uomo della strada: come se niente fosse parte una delirante serie di (s)ragionamenti fondati sulla premessa (sbagliata) che i ricercatori siano obbligati a tenere corsi; il Bussoletti arriva cosi’ a concludere che i ricercatori pretenderebbero di scioperare senza rinunciare allo stipendio. Follia pura, visto che i ricercatori sono pagati per fare ricerca, cosa che riusciranno meglio a fare una volta liberati da incombenze che spettano ad altri.

La cosa e’ piuttosto sorprendente anche per un altro fatto: chi parla e’ proprio uno di quei professori che hanno svariati interessi esterni (che, come si evince dal suo curriculum, spaziano dalla politica alle consulenze ad aziende private). Curioso: proprio uno dei famosi baroni che sfruttano la ricattabilita’ dei ricercatori (piu’ o meno precari) per farli lavorare gratis. Che coincidenza!

Ci troviamo forse di fronte a un caso clinico di schizofrenia? Non credo.

La psicopatologia e’ un’altra, ma ancora piu’ profonda e, certamente, piu’ diffusa. Alcuni baroni sono evidentemente davvero convinti che esista un regolamento materiale (“i ricercatori han sempre insegnato”) prevalente su quello formale. Bisognerebbe riportarli alla realta’, una volta per tutte.

Se dovessimo scrivere un articolo il titolo non potrebbe che essere:

Non si lavora gratis

6 Responses to Dr. Jekill & Mr. Hyde

  1. Elisa Giuliani ha detto:

    …aggiungerei che questo Ezio Bussoletti scrive frequentemente sull’Occidentale, Giornale on-line della Fondazione Magna Carta, di cui è presidente onorario Gaetano Quagliariello. Aggiungo che è anche sostenitore della teoria scientifica secondo cui è Dio ad aver creato il mondo http://www.iltempo.it/2010/09/04/1196571-serve_spiegare_mondo.shtml.
    Ad ognuno le dovute considerazioni.

  2. unimediapisa ha detto:

    OK, e’ vero. Pero’ il fatto che il Bussoletti sia teo-con, creazionista e negazionista (in fatto di global warming) non mi sembravano notizie pertinenti. Io lo vedo piuttosto come un caso paradigmatico: quanti altri Bussoletti si annidano nell’accademia? Come si muovono?

    Il punto e’ proprio questo: le manovre a cui assistiamo (DDL Gelmini, blocco turn-over, taglio al FFO) fanno parte di uno scambio tra il Governo ed i Baroni: il Governo vuole dare una ‘strizzata’ all’Universita’ e, in cambio, offre nel DDL provvedimenti che danno tutto il potere ai Baroni.

  3. Elisa Giuliani ha detto:

    beh, rientra nel “da che pulpito viene la predica”….tra le altre cose, se io credessi che l’universo l’ha creato Dio non farei l’astrofisico di professione. Forse mi dedicherei ad altre discipline, ma è questione di vedute. E comunque conferma che l’intervento che ha fatto sulla Stampa non è di merito ma unicamente politico.

  4. Gennaro Carotenuto ha detto:

    E’ evidentemente una strumentalizzazione che non merita di essere alimentata. Ma per il cosiddetto uomo della strada è difficile capire che X lavori volontariamente e se si astiene non è sciopero.

  5. […] I ricercatori pretendono di scioperare senza rinunciare allo stipendio. Falso: I ricercatori non hanno l’obbligo di tenere corsi, attività che finora hanno svolto su base volontaria. Gli effetti combinati della riforma universitaria (marginalizzazione del ruolo del ricercatore) unitamente a quelli delle manovra finanziaria (taglio del FFO, blocco del turn-over, blocco degli scatti stipendiali) hanno fatto passare a molti ricercatori la voglia di fare volontariato. […]

  6. cionimario90 ha detto:

    Interessante…

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